Soccorso, crimine e dinamiche di gruppo
Le dinamiche di gruppo rendono rischioso il soccorso.
Il gruppo agisce in modo differente rispetto al singolo.
Se il gruppo è molto ampio possiamo parlare di folla.
La cronaca ha (tristemente) insegnato che la folla non ragiona.
Anche se non ci sono pericoli imminenti, come a un concerto, è sufficiente la percezione di qualcosa che non funziona per creare il panico.
Il panico è una delle dinamiche di gruppo.
Dinamiche di gruppo e crimine
Alcuni crimini prevedono la presenza di parecchie persone coinvolte.
Una rissa, uno scontro tra bande o una manifestazione che degenera.
In questo caso il soccorso può risultare pericoloso. I coinvolti non stanno ragionando come farebbero se si trovassero da soli.
La scena non è sicura di fronte a una folla.
Un ruolo sopra le parti
In questi casi il soccorritore dovrebbe riuscire ad aggiudicarsi un ruolo super partes.
Per farlo può, innanzitutto, presentarsi come neutrale e necessario.
Divisa in ordine, pulizia e affiatamento di squadra (il team di soccorritori è già un gruppo) di solito aiutano a creare nella folla rispetto.
Guadagnarsi il rispetto, ovvero riuscire a farsi largo tra la gente, è utile per portare a termine il servizio senza venire coinvolti in alterchi (o, peggio, in veri e propri scontri).
Non incrociare lo sguardo è un modo come un altro per mantenere una posizione “altra” rispetto a quanto successo.
Non cedere alle provocazioni è fondamentale.
Il soccorritore, come detto, è necessario.
Il ruolo del soccorritore è del tutto differente rispetto a quello delle forze dell’ordine.
Le forze dell’ordine, infatti, in una rissa sono viste come il fumo negli occhi.
Se invece qualcuno si è ferito, il soccorritore è “utile”.
Questa “utilità” dovrebbe mettere il soccorritore al riparo da eventuali insidie.
Ma è sempre importante coordinarsi con le forze dell’ordine: la scena di una rissa non è sicura.